Daria Micheletti
Sono contrabbassista, da sempre appassionata sia di musica classica
che di jazz. Mi sono diplomata nel 1995 al Conservatorio "G. Verdi" di Milano, la mia città,
e dal 1996 ho collaborato con varie realtà orchestrali milanesi, quali "La Verdi", l' Orchestra e la Filarmonica del Teatro alla Scala, e la
Fondazione I Pomeriggi Musicali, di cui dal 2004 faccio parte dell' organico stabile.
Quello che mi ha sempre colpito e affascinato ascoltando e osservando
i grandi interpreti è intuire che il loro eccezionale modo di suonare, o di
cantare, non è solo una "questione di note", o di tecnica, ma qualcosa di
estremamente più profondo e complesso.
Mi riferisco al fatto che i grandi, ancor prima di saper suonare in
modo eccellente il loro strumento, trasmettano la sensazione di saper suonare
se stessi, di sapersi accordare, di saper comunicare quell' indispensabile
armonia che il "sistema mente-corpo-suono" ha bisogno per potersi dispiegare in
tutta la sua energia e potenzialità. A prima vista sembra semplicemente un istinto
naturale, un eccezionale talento, e a volte lo è davvero, e il discorso "finisce lì". In altri casi ciò è dovuto a un
contatto più profondo e consapevole con se stessi, anche "al di là della musica".
La consapevolezza del proprio modo di essere, del proprio "io neuromotorio", di
come poter giocare con le proprie abilità, le proprie emozioni e i propri limiti è qualcosa che può
rendere la musica travolgente, indimenticabile, appassionante.
Il mio approccio funzionale alla musica nasce proprio dalla convinzione che il suonare e il
cantare siano qualcosa di così bello e vitale
che merita di essere vissuto pienamente, con gioia. E che sia davvero un peccato ridurlo
involontariamente a un "fattore meccanico", o "ripetitivo", o addirittura a un
semplice "evento competitivo", come a volte fatalmente accade nelle
strutture accademiche tradizionali.
La mia attenzione al corpo umano, al chi siamo, al come funzioniamo,
a quali sono le nostre risorse e le
nostre abilità, e a come esse sono in relazione diretta sia con il nostro modo
di suonare sia con la qualità del suono, mi ha portato naturalmente nella
direzione del Metodo Feldenkrais® prima
e del Metodo Lichtenberg® poi, e ho sperimentato in prima persona
quanto la sinergia tra i due metodi sia preziosa ed efficace al fine di rendere l' atto musicale qualcosa di estremamente accessibile, piacevole, creativo e
libero da fastidiose tensioni muscolari.
Dal 2001 al 2005 frequento il Training Quadriennale di Formazione
per Insegnanti del Metodo Feldenkrais® presso la Associazione
per lo studio del Metodo Feldenkrais® di Firenze sotto
la guida di Ruty Alon, a conclusione del quale inizio a insegnare nelle tre
modalità di lezioni individuali, lezioni di gruppo e seminari a tema, rivolti sia in modo specifico a chi suona,
sia a un' utenza più vasta e diversificata. Sono regolarmente iscritta alla A.I.I.M.F. (Associazione
Italiana Insegnanti Metodo Feldenkrais®).
Seguendo un mio interesse profondo riguardo "gli effetti che il suono
ha sul corpo", e tutte le possibili
connessioni e interazioni tra corpo e suono da un punto di vista organico e funzionale oltre che musicale, mi avvicino
al quella che viene comunemente chiamata "funzionalità vocale". Dal 2006 al 2010 frequento
la Formazione Quadriennale Italiana del Metodo Lichtenberg® di
Gisela Rohmert presso il Lichtenberger Institut für angewandte Stimmphysiologie (Istituto Lichtenberg di Fisiologia Vocale Applicata) di Darmstadt (Germania) conseguendo il diploma di abilitazione all' insegnamento.