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La
collaborazione di Gisela Rohmert con l' Istituto di Ergonomia del Politecnico
di Darmstadt diretto da W. Rohmert è stata determinante per la nascita nel 1982
del Lichtenberger
Institut® für Gesang und Instrumentalspiele (Istituto di
Lichtenberg per il canto e la pratica strumentale), che si trasformerà poi
nell' attuale Lichtenberger
Institut® für angewandte Stimmphysiologie (Istituto di
Lichtenberg di fisiologia vocale applicata).
In
quell' occasione si è creato un gruppo di studio interdisciplinare formato sia da cantanti, strumentisti
e insegnanti di musica, che da foniatri, ergonomi, otorinolaringoiatri e
insegnanti di varie discipline corporee (Metodo Alexander, Metodo Feldenkrais,
Craniosacrale, Eutonia, Rolfing, Yoga), con l' obiettivo di studiare la
funzione vocale, il suono, e tutte le
loro possibili relazioni e interazioni con il corpo.
Il prezioso incontro tra corpo e suono, tra
pratica musicale e conoscenza dell' anatomia e della fisiologica ha prodotto un terreno sperimentale molto fertile nel quale si è
sviluppata via via una pratica pedagogica che si allontana completamente dal tradizionale concetto di "prestazione" musicale, che abbandona
i modelli di controllo muscolare e di ripetizione
di schemi formali, tipici della tecnica vocale e
strumentale.
Si tratta piuttosto di una pedagogia interrogativa che utilizza la stimolazione sensoriale, la
percezione e l' esperienza diretta come
chiavi d' accesso al sistema mente-corpo-suono. Ciò permette di entrare in
relazione sia con lo stato del corpo sia con i parametri del suono (suono fondamentale,
brillantezza, vocale e vibrato). Se la risonanza è la capacità del
suono di penetare i tessuti corporei e farli entrare in vibrazione, la vibrazione è in grado di trasformare la percezione sensoriale in chi canta. Si può dire che lo stato del corpo cambia dopo l' incontro con la vibrazione sonora, e che il suono può agire sia a livello fisico che psichico su chi canta o suona. Questa pedagogia propone l'esplorazione delle proprie risorse vocali anche agli strumentisti, proprio perchè è partendo dal contatto con la propria vibrazione sonora e organica che può iniziare a trasformarsi anche il suono strumentale.
Il suono passa dunque a pieno titolo da oggetto prodotto dal
musicista a soggetto, a entità
autonoma e indipendente capace di ordinare
non solo il corpo, ma l' intero sistema mente-corpo-suono che lo sta
emettendo. L'attenzione si sposta da una logica di produzione del suono (che attiva
una serie di sforzi muscolari inutili e parassiti) a un stato di ricezione prezioso sia per il cantante che
per lo strumentista. La disponibilità alla ricezione
sensoriale, al lasciarsi sorprendere dal cosa fa il suono con chi canta, il lasciarsi agire dalla vibrazione
sonora permette sia al cantante che allo strumentista di entrare in una relazione
attiva e vitale con il proprio suono. Un suono che può diventare ricco, potente, che non risente dell'affaticamento e dell'usura degli organi vocali, e nemmeno dell'età, che riceve e trasmette nutrimento e benessere.
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